C’è voluta la determinazione di Maria Teresa per organizzare questa spedizione fra le montagne della costiera amalfitana. La riunione familiare è riuscita a metà, perché i cugini Barone sono venuti quasi tutti meno. In compenso, la famiglia Maggiore è al completo, con la felice aggiunta di Gerardo, con Maria Rosa e Alfredino. C’è anche Maria Stella, la più piccola di casa Maggiore, che si trascina sulle stampelle, ma che per nulla al mondo avrebbe rinunciato all’atteso appuntamento con i cugini.
Troviamo ad accoglierci Casa Pendola, un bed & breakfast in aperta campagna, a poche centinaia di metri da Bomerano, dove ha inizio il Sentiero degli Dei. Il panorama è magnifico e le camere molto ospitali, nonostante qualche problema al riscaldamento che in questo umido autunno non è proprio banale.
Consumiamo la cena nel ristorante “La Selva”, poco lontano, dove ci accolgono con gentilezza, nonostante ci presentassimo a ranghi ridotti, con numeri ben inferiori a quelli annunciati in fase di prenotazione. Mangiamo bene: cucina genuina, sapori sinceri, prezzi generosi. Andiamo a dormire con la pancia piena e il sorriso sulle labbra.
L’indomani, sabato 9 ottobre, ci svegliamo di buon mattino, salutando un sole tanto inatteso quanto apprezzato, che sembra essersi intrufolato fra tante giornate di pioggia proprio per regalarci il piacere di una calda passeggiata autunnale. Finalmente, incontriamo anche Gerardo e famiglia, giunti nella notte, dopo un viaggio interminabile dalla Sicilia. La squadra è al completo e possiamo avvisarci verso Piazza Paolo Paolo Capasso, a Bomerano, dove troviamo ad attenderci Nino, guida esperta, con un passato da gommista e un presente dedicato a cantare le meraviglie della sua terra.
Con lui ci avventurano lungo il Sentiero degli Dei, accompagnati finché possibile da Maria Stella, che zompetta con le sue stampelle come uno stambecco con le gambe legate. Tanto è il desiderio di restare con noi che, fosse per lei, andrebbe fino in fondo, ma viene trattenuta dalla saggezza del papà, che le organizza una gita in barca per consolarsi della mancata escursione montanara.
I paesaggi sono mozzafiato. Quell’incontro fra monti e mare è una ineguagliabile fucina di bellezza. Camminiamo leggeri, ammirando lo spettacolo, mentre Nino ci racconta la storia di quei posti, un tempo abitati da uomini coriacei e ora recuperati a una più lucroso fruizione turistica.
Ci fermiamo poco prima di raggiungere Nocelle, il piccolo paese, anticamente fondato dagli abitanti di Paestum in fuga dai saraceni, che chiude l’itinerario e incombe su Positano. Dobbiamo, così, rinunciare a incontrare Icilio e i suoi 29 asini, che assicurano i trasporti lungo le impervie strade del paese.
Preferiamo fare tappa da Antonio il “capraro”, che ci offre il pranzo nella veranda di fronte alla sua bottega, da dove possiamo godere di un panorama quasi miracoloso, mentre rifiatiamo e gustiamo i prodotti della sua terra e del suo gregge. Sembra di vivere in un sogno, che assume tratti sorprendenti quando ci raggiungono le note di una banda musicale. Trombe e tamburi che si avvicinano a noi, fino a fermarsi proprio davanti al nostro tavolo. Sembra tutto organizzato per rendere memorabile la nostra giornata!
Con la pancia piena, ci lasciamo alle spalle capraro e orchestra, per tornare al punto di partenza in Piazza Capasso, dove, per uno strano scherzo del destino, troviamo Sciascia e Brunella pronte ad affrontare un’analoga passeggiata serale. Dopo aver salutato Nino (magari ci rivedremo a Capri, altra sua sede di lavoro), ci fermiamo qualche minuto al bar per un breve intervallo gastronomico.
In serata scendiamo ad Amalfi per una passeggiata in centro che si conclude ai piedi del magnifico duomo. Quindi, risaliamo a Conca dei Marini, dove ci attendono le delizie del ristorante “Le bontà del Capo”: provola in foglie di limone con gambero fritto al sentore di limone; cortecce con zucchine, gamberi e vongole; gnocchi con ricciola e gamberetti. Il tutto innaffiato da un Suadens Bianco, un IGP che nasce da un blend di fiano, greco e falanghina, proposto dalla innovativa ditta Nativ. Non poteva esserci nulla di meglio di questa festa di sapori per chiudere una giornata all’insegna della bellezza!
Il giorno dopo ci svegliamo sotto un cielo plumbeo. Il sole, dopo il regalo del sabato, è tornato a nascondersi dietro le nubi, lasciandoci in balia del tempo incerto tipico di quell’autunno. Nonostante ciò, ci avviamo comunque per un giro in auto lungo la costiera amalfitana, dopo avere fatto acquisti mozzarelle e salumi nella bottega di prodotti tipici “Angolo dei sapori”. Facciamo tappa a Minori per una rapida visita ai resti della villa romana e un passaggio troppo frettoloso nella boutique dei dolciumi di Sal de Riso. Quindi, salutiamo gli ultimi cugini e torniamo a Napoli, passando per il Valico di Chiunzi, felici per quell’intermezzo di vacanza strappato ai tanti impegni di quel periodo e all’incombente minaccia della pandemia di Covid, che torna a mietere vittime dopo la breve pausa estiva.